Il primo dell'anno è arrivato senza farsi attendere e - soprattutto - senza eliminare dalla mia memoria gli avvenimenti ad esso subito precedenti.
Ero arrivata alla conclusione che il trentun dicembre sarebbe stata una serata all'insegna del divertimento, che avrei passato con i miei amici di sempre con l'unico intento di distruggerci il più possibile. Ero anche decisamente ottimista e mi rallegravo del fatto che Fabs avrebbe partecipato ad un'altra festa in un'altra città.
Sfortunatamente i primi segni dell'impossibilità della mia teoria si notavano fin da quella mattina, quando avevo saputo che Iso-joe e Costi erano malate e non sarebbero venute.
Il mio umore ne aveva risentito, ma ciò non mi aveva impedito di raggiungere la piccola k, che quel giorno compiva finalmente sedici anni. Il tempo di vedere uno dei nostri interminabili film e si erano fatte già le sette e mezza.
Tornata a casa, mi preparavo a quella che - ne ero sicura - sarebbe stata una notte da ricordare.
Pantaloncini. Stivali. Calze a rete. Maglietta rubata al fratellino.
Dopo due sigarette fumate nell'attesa che gli altri raggiungessero il capannone dove si sarebbe svolta la festa eravamo entrati in gruppo, pronti alla nostra distruzione.
Avevamo ingranato la marcia "bevifinoascoppiare" e dopo la terza birra avevo intravisto un paio di bretelle che avrei potuto associare ad una sola persona tra tutti i corpi stipati in quel capannone: Fabs doveva aver cambiato destinazione, e la rotta per la nuova era in collisione con la mia.
Nelle mie più oscure fantasie avevo promesso ad Abdul (il mio dio personale) che se si fosse presentata una situazione del genere proprio nell'ultima notte dell'anno sarebbe stato l'istinto a guidarmi, ed ora non avevo idea di come poter uscire da quella situazione.
Fabs e i suoi amici non hanno perso tempo ad attaccare bottone, sembrava stessimo ripartendo dalla festa della squadra, lontana ormai due settimane.
All'inizio credevo davvero di riuscire a reggere la tensione, di tenere tutto sotto controllo, ma poi ad un drink ne seguiva un altro con altre persone, poi uno ancora e finito quello era l'ora dello spino.
Poi, non saprei spiegar in che modo, ci siamo ritrovati soli.
Non sapevo che fare.
Fabs, col suo tono gentile, mi riempiva di attenzioni, mi abbindolava ed io, pur cosciente di ciò, non riuscivo a resistergli.
Più lo respingevo, più mi ritrovavo tra le sue braccia.
Più gli ricordavo di Iso-joe, più le sue labbra mi sfioravano le guance, le orecchie, il collo...
Al termine di una lunga e suadente discussione eravamo arrivati alla logica conclusione che tutto ciò che stava accadendo o sarebbe accaduto non sarebbe stato altro che il risultato di un insieme di fattori verificatosi in modo totalmente casuale. In altre parole: qualsiasi cosa succeda, ciò che si fa a capodanno rimane a capodanno, una giustificazione che nelle nostre condizioni era sembrata a entrambi ragionevole.
E così avevamo dato inizio ad un numero infinito di carezze timide prima, più sicure poi, fruscii nelle orecchie, baci sul collo, fino ad arrivare al gran finale.
RIASSUNTO COMPLESSIVO DEL 01/01/13
Birre: 4
Cocktail: 5
Spini : 10
Ragazzi rubati a migliori amiche: 1
Baci a ragazzi rubati a migliori amiche : da 5 a 10
Come mi sento? una vera merda.
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