Mi scuso col mio pubblico immaginario per la mia ingiustificabile assenza prolungata nei giorni scorsi.
Riassumo tutto quello che vi siete persi:
Nella settimana successiva il sabato del mio secondo capodanno Fabs mi aveva scritto più o meno tutti i giorni.
Ogni volta che sullo schermo compariva un suo messaggio il mio impulso iniziale era quello di spegnere il computer e rintanarmi nel mio letto al sicuro tra le coperte. Nonostante ciò la voglia di scoprire cosa si fosse inventato per mettermi in difficoltà superava sempre ogni mio timore.
Ogni sua parola scatenava in me un tripudio di emozioni, era come essere costantemente sottoposta a scariche elettriche e questo mi spaventava non poco.
Quando inaspettatamente mi aveva chiesto di dargli il mio numero ero rimasta spiazzata e, dopo venticinque minuti di riflessioni e ripensamenti, avevo ceduto come un'idiota.
Ciò che più mi stupiva - e che di sicuro aveva attratto Iso-joe - era la sua propensione naturale ad essere dolce senza esagerare, ancora non riuscivo a capire se fosse il risultato di un insieme di mosse studiate e calcolate o se lui fosse realmente così. Non avevo mai incontrato un ragazzo come lui, probabilmente era quello il problema, il fondamento della mia attrazione per lui e, soprattutto, il segreto del suo successo.
Il fatto che mi fossi abituata alle sue parole ed ai suoi complimenti aveva reso la settimana successiva incredibilmente dura. Dopo venerdì non avevo più ricevuto un suo messaggio e non ero entrata in contatto con lui che attraverso degli sguardi scambiati di sfuggita nelle rare occasioni nelle quali ci incrociavamo a scuola.
Com'era possibile che in così poco tempo la sua assenza pesasse tanto su di me?
Avevo deciso: era ora di darci un taglio.
Avevo promesso a me stessa di non cadere più in una situazione come quella dalla quale ero appena uscita con Rich.
Dovevo mantenere la mia promessa ed accettare il fatto che Fabs fosse stato semplicemente una piacevole parentesi durata il tempo di un capodanno.
Dimentica Liz, dimentica.
E pensa ad Ezra Miller a petto nudo che ti guarda dal tuo desktop in formato gigante.
venerdì 25 gennaio 2013
mercoledì 16 gennaio 2013
la mia consapevolezza
Erano bastati quattro schifosissimi giorni affinchè la situazione degenerasse completamente.
Sabato io, Iso-joe, Kike ed una delle tre gemelle avevamo deciso di andare ad un concerto rap in un nuovo locale vicino casa. Saremmo tornati molto tardi e non avrei dormito nel mio letto ma da Iso-joe di conseguenza ero elettrizzata all'idea di rendere quella serata indimenticabile, soprattutto perchè quella era la sera del capodanno di Iso-joe, che non era l'unica ad aver bisogno di un capodanno di riserva.
Ero decisa a dimenticare il primo dell'anno e a rimpiazzarlo con il 12 gennaio, quel sabato azzerava qualsiasi episodio avvenuto nell'anno appena cominciato ed ancora non riuscivo a capire se fosse ciò che realmente desideravo.
Dato che il concerto sarebbe iniziato più tardi avevamo iniziato a festeggiare alla nostra maniera, con cocktail e spini di qualità. La serata non poteva andar meglio: avevamo cinque euro a testa, il costo di una bevuta, e ci stavamo demoralizzando quando la ruota aveva girato a nostro favore regalandoci prima un cocktail dimenticato e dopo un giro offerto da Jasmine e Alisia, due ragazze che conoscevamo e lavoravano li. Tutto ciò, aggiunto agli spini, ci aveva stonato non poco e si notavano i primi segni di cedimento nella bionda gemella, che ora ci raccontava di essere pagana e di credere nel dio Sole.
Il concerto intanto era cominciato e ci eravamo stabiliti sotto il palco con facilità e non facevamo altro che ballare e muoverci a ritmo non conoscendo il testo di nessuna delle canzoni cantate da quel gruppo di ragazzi con cappello e felponi.
A concerto finito aspettavamo l'arrivo di Viscido e Tina, che erano stati ad un compleanno di diciott'anni, per dar via tutti insieme all'after, il nostro stupore era dunque giustificato nel constatare che quando era entrato Viscido era solo. Ci aveva spiegato che sulla strada del ritorno Tina non si era mostrata in grado di affrontare un'altra festa perchè troppo mozza dalla precedente.
Non eravamo stupite, da qualche mese a quella parte Tina era solita bere più del dovuto per poi arrivare a non reggersi più in piedi, e naturalmente toccava sempre a noi reggerle la testa mentre vomitava l'anima o trattenerla dal fare l'ennesima figuraccia. Io e Iso-joe avevamo tirato un sospiro di sollievo, nessuna delle due voleva rovinarsi anche il capodanno per colpa di Tina.
Dall'arrivo di Viscido la nostra festa è decollata e ci siamo ritrovati alle tre e mezza in attesa dei genitori di Kike tutti beati, sorridenti e soprattutto rallentati.
A casa di Iso-joe, una volta nel letto, dopo aver parlato per un po' la padrona di casa era crollata lasciandomi per la prima volta sola con i miei pensieri.
Avevo dimenticato il mio precedente capodanno? Non del tutto, ma di sicuro avrei preferito evitarlo con tutto il cuore.
Presa dai miei dubbi e persa nelle canzoni-trip tipiche del mio i-pod del sabato notte mi ero connessa a facebook per controllare che tutto fosse regolare e che non avessi messaggi indesiderati.
3 Messaggi. Fabs. Bestemmia. Bestemmia. Bestemmia.
In dieci righe Fabs mi spiegava la sua condizione di ubriaco da vino rosso, il suo bisogno di vedermi, baciarmi e stare con me.
Avevo davvero pregato il mio dio personale di non ricevere mai un suo messaggio quando non fossi stata lucida, ed ora avevo scoperto il perchè.
"sono da Iso-joe. non aspettavo altro che un tuo messaggio. per me è la stessa cosa."
Le mie peggiori paure si erano avverate e ormai era inutile continuare a negarlo, la cotta era arrivata ed io ero fottuta.
Sabato io, Iso-joe, Kike ed una delle tre gemelle avevamo deciso di andare ad un concerto rap in un nuovo locale vicino casa. Saremmo tornati molto tardi e non avrei dormito nel mio letto ma da Iso-joe di conseguenza ero elettrizzata all'idea di rendere quella serata indimenticabile, soprattutto perchè quella era la sera del capodanno di Iso-joe, che non era l'unica ad aver bisogno di un capodanno di riserva.
Ero decisa a dimenticare il primo dell'anno e a rimpiazzarlo con il 12 gennaio, quel sabato azzerava qualsiasi episodio avvenuto nell'anno appena cominciato ed ancora non riuscivo a capire se fosse ciò che realmente desideravo.
Dato che il concerto sarebbe iniziato più tardi avevamo iniziato a festeggiare alla nostra maniera, con cocktail e spini di qualità. La serata non poteva andar meglio: avevamo cinque euro a testa, il costo di una bevuta, e ci stavamo demoralizzando quando la ruota aveva girato a nostro favore regalandoci prima un cocktail dimenticato e dopo un giro offerto da Jasmine e Alisia, due ragazze che conoscevamo e lavoravano li. Tutto ciò, aggiunto agli spini, ci aveva stonato non poco e si notavano i primi segni di cedimento nella bionda gemella, che ora ci raccontava di essere pagana e di credere nel dio Sole.
Il concerto intanto era cominciato e ci eravamo stabiliti sotto il palco con facilità e non facevamo altro che ballare e muoverci a ritmo non conoscendo il testo di nessuna delle canzoni cantate da quel gruppo di ragazzi con cappello e felponi.
A concerto finito aspettavamo l'arrivo di Viscido e Tina, che erano stati ad un compleanno di diciott'anni, per dar via tutti insieme all'after, il nostro stupore era dunque giustificato nel constatare che quando era entrato Viscido era solo. Ci aveva spiegato che sulla strada del ritorno Tina non si era mostrata in grado di affrontare un'altra festa perchè troppo mozza dalla precedente.
Non eravamo stupite, da qualche mese a quella parte Tina era solita bere più del dovuto per poi arrivare a non reggersi più in piedi, e naturalmente toccava sempre a noi reggerle la testa mentre vomitava l'anima o trattenerla dal fare l'ennesima figuraccia. Io e Iso-joe avevamo tirato un sospiro di sollievo, nessuna delle due voleva rovinarsi anche il capodanno per colpa di Tina.
Dall'arrivo di Viscido la nostra festa è decollata e ci siamo ritrovati alle tre e mezza in attesa dei genitori di Kike tutti beati, sorridenti e soprattutto rallentati.
A casa di Iso-joe, una volta nel letto, dopo aver parlato per un po' la padrona di casa era crollata lasciandomi per la prima volta sola con i miei pensieri.
Avevo dimenticato il mio precedente capodanno? Non del tutto, ma di sicuro avrei preferito evitarlo con tutto il cuore.
Presa dai miei dubbi e persa nelle canzoni-trip tipiche del mio i-pod del sabato notte mi ero connessa a facebook per controllare che tutto fosse regolare e che non avessi messaggi indesiderati.
3 Messaggi. Fabs. Bestemmia. Bestemmia. Bestemmia.
In dieci righe Fabs mi spiegava la sua condizione di ubriaco da vino rosso, il suo bisogno di vedermi, baciarmi e stare con me.
Avevo davvero pregato il mio dio personale di non ricevere mai un suo messaggio quando non fossi stata lucida, ed ora avevo scoperto il perchè.
"sono da Iso-joe. non aspettavo altro che un tuo messaggio. per me è la stessa cosa."
Le mie peggiori paure si erano avverate e ormai era inutile continuare a negarlo, la cotta era arrivata ed io ero fottuta.
sabato 12 gennaio 2013
fottuta.
Erano passati giorni dalla rottura della storica coppia ed io, con mio enorme disgusto, ancora non smettevo di pensare a quel benedetto capodanno ed alle labbra di Fabs.
Labbra che, per volere del fato, vedevo ormai ogni santo giorno sul pullman, nei corridoi, per le scale, oltre a tutte le notti che ormai mi ero abituata a passare senza chiudere occhio.
Avevo la coscienza sporca e le profonde borse che contornavano i miei occhi ne erano le prove lampanti.
Parlare con Iso-joe non era il problema maggiore, mi ripetevo che lei aveva lasciato Fabs per altre ragioni e che dato che non stavano più insieme non aveva senso dirle di quella notte perchè avrebbe solo peggiorato le cose.
Il vero problema nasceva nel mio stomaco ogni volta che, anche per sbaglio, lo sguardo di Fabs e il mio si incrociavano. Non potevo permettermi di prendere una cotta per lui, eppure non ero riuscita a far a meno di contare il numero delle volte in cui mi aveva guardata (erano 9 in tre giorni) durante le ore scolastiche o il viaggio nel bus. Come se non bastasse lui e le sue bretelle sembravano essersi accorti del rossore che pervadeva il mio viso e che mi faceva diventare un tutt'uno coi capelli ad una sua occhiata e, di certo, ne era compiaciuto. Un'altra pedina finita tra le sue abili mani. Per questo motivo in pochi giorni di scuola avevamo avuto decine di incontri casuali e di contatti assolutamente non intenzionali.
Fabs era un vero genio, continuava a tenermi sotto la sua ala per essere sicuro che al momento giusto sarebbe riuscito nuovamente a farmi cedere di fronte alle sue belle e vuote parole.
Cosa che io avrei impedito con tutte le mie forze, anche a costo di baciare un perfetto estraneo pur di evitare di baciare lui. Avevo già sbagliato una volta, non avrei ripetuto nuovamente l'errore nè ora nè mai.
Un evento tra tutti mi è rimasto particolarmente impresso: stavo andando verso il cancello di scuola con le altre, era una giornata tranquilla e l'aria fresca ci scompigliava i capelli. Lui era sulla scalinata che portava al portone d'ingresso dell'edificio e io, Costi, Tafà e Rumi eravamo dirette proprio all'entrata. Come da copione io l'avevo visto prima che lui si accorgesse di me e stavo pensando ad un modo per aggirare l'ostacolo invece di schiantarmici sopra quando i suoi occhi avevano incontrato i miei. Appena si era reso conto di chi fossi si era aperto in un fantastico sorriso sghembo, come se mi stesse aspettando da tempo. Per qualche secondo ero rimasta imbambolata a guardarlo, poi mi ero ripresa ed avevo accelerato il passo fermandomi solo una volta raggiunta la classe.
Al sicuro, avevo ascoltato i battiti che si susseguivano interminabili ed a intervalli sempre più brevi mano mano che la mia mente rielaborava l'immagine di quell'enigmatico sorriso.
Ero fottuta.
Pardon, sono fottuta.
Labbra che, per volere del fato, vedevo ormai ogni santo giorno sul pullman, nei corridoi, per le scale, oltre a tutte le notti che ormai mi ero abituata a passare senza chiudere occhio.
Avevo la coscienza sporca e le profonde borse che contornavano i miei occhi ne erano le prove lampanti.
Parlare con Iso-joe non era il problema maggiore, mi ripetevo che lei aveva lasciato Fabs per altre ragioni e che dato che non stavano più insieme non aveva senso dirle di quella notte perchè avrebbe solo peggiorato le cose.
Il vero problema nasceva nel mio stomaco ogni volta che, anche per sbaglio, lo sguardo di Fabs e il mio si incrociavano. Non potevo permettermi di prendere una cotta per lui, eppure non ero riuscita a far a meno di contare il numero delle volte in cui mi aveva guardata (erano 9 in tre giorni) durante le ore scolastiche o il viaggio nel bus. Come se non bastasse lui e le sue bretelle sembravano essersi accorti del rossore che pervadeva il mio viso e che mi faceva diventare un tutt'uno coi capelli ad una sua occhiata e, di certo, ne era compiaciuto. Un'altra pedina finita tra le sue abili mani. Per questo motivo in pochi giorni di scuola avevamo avuto decine di incontri casuali e di contatti assolutamente non intenzionali.
Fabs era un vero genio, continuava a tenermi sotto la sua ala per essere sicuro che al momento giusto sarebbe riuscito nuovamente a farmi cedere di fronte alle sue belle e vuote parole.
Cosa che io avrei impedito con tutte le mie forze, anche a costo di baciare un perfetto estraneo pur di evitare di baciare lui. Avevo già sbagliato una volta, non avrei ripetuto nuovamente l'errore nè ora nè mai.
Un evento tra tutti mi è rimasto particolarmente impresso: stavo andando verso il cancello di scuola con le altre, era una giornata tranquilla e l'aria fresca ci scompigliava i capelli. Lui era sulla scalinata che portava al portone d'ingresso dell'edificio e io, Costi, Tafà e Rumi eravamo dirette proprio all'entrata. Come da copione io l'avevo visto prima che lui si accorgesse di me e stavo pensando ad un modo per aggirare l'ostacolo invece di schiantarmici sopra quando i suoi occhi avevano incontrato i miei. Appena si era reso conto di chi fossi si era aperto in un fantastico sorriso sghembo, come se mi stesse aspettando da tempo. Per qualche secondo ero rimasta imbambolata a guardarlo, poi mi ero ripresa ed avevo accelerato il passo fermandomi solo una volta raggiunta la classe.
Al sicuro, avevo ascoltato i battiti che si susseguivano interminabili ed a intervalli sempre più brevi mano mano che la mia mente rielaborava l'immagine di quell'enigmatico sorriso.
Ero fottuta.
Pardon, sono fottuta.
giovedì 10 gennaio 2013
EX.
Il giorno dopo Iso-joe e Fabs si erano lasciati. Lei era sconvolta, mi ha scritto alle cinque di mattina dicendomi che era finita perchè al contrario di quello che pensava lui si era divertito con qualcuna a capodanno.
Mi sono sentita sprofondare, lo sapevo, la mia vita era finita.
Addio Iso-joe.
Addio Tina, Costi, Rumi e Tafà che quando avrebbero saputo dell'accaduto non avrebbero più avuto il coraggio di parlarmi per il ribrezzo.
Addio anche a Fabs che con la sua storica coerenza avrebbe incolpato me dell'accaduto ritenendosi una vittima del mio "fascino irresistibile".
Aspetta un attimo, ma quale addio Fabs! 'Fanculo a lui e ai casini che mi avevano fatto perdere tutto ciò a cui tenevo!
Aspettandomi il colpo di grazia avevo chiesto a Iso-joe il motivo della loro rottura. Lo, che il giorno prima era ubriaco perso, le aveva rivelato che il suo migliore amico si era divertito con diverse ragazze sia in gita che a capodanno. Il messaggio non sembrava contenere alcun riferimento a me in particolare, Lo non sapeva nulla di me e di conseguenza neppure Iso-joe.
Ero salva, eppure mi sentivo peggio di prima.
Stupida io ad illudermi che nelle sue parole ci fosse del vero.
Stupida a credere di essere stata al centro dei suoi pensieri anche solo per un istante.
Stupida. Stupida. Stupida.
Stupida e incredibilmente infelice, pensando a quanto inconsciamente ci avessi creduto.
Di nuovo ero rimasta intrappolata in una situazione che non fatico a definire decisamente di merda.
Si chiude una porta si apre un fottuto nulla.
Ma non disperavo, anche se il danno era fatto e la mia cotta per Fabs era in irrimediabile ascesa sapevo cosa fare, non era la prima volta che prendevo una sbandata per la persona sbagliata.
Avrei stretto i denti e sarei andata avanti, per quanto volessi che lui mi rivolgesse nuovamente attenzione.
Dopotutto, anche volendo, si sa che gli ex delle amiche sono zona vietata, giusto? Giusto?
Qualcuno mi dica che ho ragione prima che succeda dell'altro, Abdul non sarà per sempre dalla mia parte.
Mi sono sentita sprofondare, lo sapevo, la mia vita era finita.
Addio Iso-joe.
Addio Tina, Costi, Rumi e Tafà che quando avrebbero saputo dell'accaduto non avrebbero più avuto il coraggio di parlarmi per il ribrezzo.
Addio anche a Fabs che con la sua storica coerenza avrebbe incolpato me dell'accaduto ritenendosi una vittima del mio "fascino irresistibile".
Aspetta un attimo, ma quale addio Fabs! 'Fanculo a lui e ai casini che mi avevano fatto perdere tutto ciò a cui tenevo!
Aspettandomi il colpo di grazia avevo chiesto a Iso-joe il motivo della loro rottura. Lo, che il giorno prima era ubriaco perso, le aveva rivelato che il suo migliore amico si era divertito con diverse ragazze sia in gita che a capodanno. Il messaggio non sembrava contenere alcun riferimento a me in particolare, Lo non sapeva nulla di me e di conseguenza neppure Iso-joe.
Ero salva, eppure mi sentivo peggio di prima.
Stupida io ad illudermi che nelle sue parole ci fosse del vero.
Stupida a credere di essere stata al centro dei suoi pensieri anche solo per un istante.
Stupida. Stupida. Stupida.
Stupida e incredibilmente infelice, pensando a quanto inconsciamente ci avessi creduto.
Di nuovo ero rimasta intrappolata in una situazione che non fatico a definire decisamente di merda.
Si chiude una porta si apre un fottuto nulla.
Ma non disperavo, anche se il danno era fatto e la mia cotta per Fabs era in irrimediabile ascesa sapevo cosa fare, non era la prima volta che prendevo una sbandata per la persona sbagliata.
Avrei stretto i denti e sarei andata avanti, per quanto volessi che lui mi rivolgesse nuovamente attenzione.
Dopotutto, anche volendo, si sa che gli ex delle amiche sono zona vietata, giusto? Giusto?
Qualcuno mi dica che ho ragione prima che succeda dell'altro, Abdul non sarà per sempre dalla mia parte.
lunedì 7 gennaio 2013
salvare la faccia
Ieri sera l'ho rivisto. Era inevitabile, per quanto io voglia stargli alla larga viviamo sempre nello stesso paesino ed era prevedibile che ci saremmo incontrati presto. Peccato che nessuno ti regali un libretto d'istruzioni su come gestire una situazione del genere.
Era il diciottesimo compleanno di Lallo, un ragazzo bocciato e venuto nella mia classe il quale casualmente l'anno scorso era in classe con Fabs. Io, mio fratello (che giocava a basket nella sua stessa squadra) e Costi eravamo in ritardo di un'ora.
Appena arrivata ho subito notato la sua assenza e mi sono sentita molto meglio, sfortunatamente mezz'ora dopo era lì che si sedeva vicino al festeggiato. Da un po' Abdul aveva abbandonato me a favore di qualche altra anima più bisognosa, sempre che ce ne fosse una.
Il nostro tavolo era composto da tutti coloro con cui avevo passato il capodanno, con l'aggiunta di Costi e Iso-joe che si erano riprese.
Non c'era quindi da stupirsi se un'ora dopo essere arrivati eravamo tutti brilli e fumati.
Inaspettatamente stavo riuscendo a passare una serata tranquilla con gli altri, parlare con Iso-joe all'inizio era difficile per via del suo sorriso così contagioso che ogni volta era come una stilettata al cuore, ma mi ero abituata ed ero rassegnata a sopportarlo per il resto della mia vita.
Poi lui e il suo amico Lo sono venuti a chiederci per l'ennesima volta del fumo, Iso-joe era altrove che parlava con degli amici. Appena Lo si è allontanato Fabs è tornato a comportarsi come quella sera. Quella situazione mi irritava terribilmente, un po' perchè mi sembrava di essere una marionetta che lui stava usando per far soffrire Iso-joe, un po' perchè con i suoi modi gentili e le sue carezze sapevo che Fabs avrebbe fatto del male anche a me.
Questa volta, fortunatamente per me, non ero abbastanza ubriaca per cedere alle sue provocazioni e mi ero limitata ad un "lasciami stare" che mi era costato più di quanto mi aspettassi. In quel momento voltandomi avevo incontrato lo sguardo confuso dell'ultima persona che avrei voluto vedere. Iso-joe ci guardava mentre ci allontanavamo l'uno dall'altra. Per la prima volta Fabs mi sembrava in difficoltà, sarei stata compiaciuta di ciò se quella che ci aveva colto il flagrante non fosse stata la mia migliore amica. Ho deciso che per quella volta l'avrei salvato, soprattutto perchè anche io dovevo salvarmi o avrei perso per sempre la mia migliore amica.
Ho sfilato all'istante il pacchetto dalla borsa e ho finto che Fabs mi avesse chiesto una sigaretta per lo spino. Lui ha capito al volo e l'ha accettato con naturalezza. A quanto pareva Iso-joe se l'era bevuta e mentre io tornavo da Tina e loro andavano per la loro strada Fabs mi ha lanciato uno ultimo sguardo. Ho voluto interpretarlo come un ringraziamento per avergli salvato la faccia.
Era il diciottesimo compleanno di Lallo, un ragazzo bocciato e venuto nella mia classe il quale casualmente l'anno scorso era in classe con Fabs. Io, mio fratello (che giocava a basket nella sua stessa squadra) e Costi eravamo in ritardo di un'ora.
Appena arrivata ho subito notato la sua assenza e mi sono sentita molto meglio, sfortunatamente mezz'ora dopo era lì che si sedeva vicino al festeggiato. Da un po' Abdul aveva abbandonato me a favore di qualche altra anima più bisognosa, sempre che ce ne fosse una.
Il nostro tavolo era composto da tutti coloro con cui avevo passato il capodanno, con l'aggiunta di Costi e Iso-joe che si erano riprese.
Non c'era quindi da stupirsi se un'ora dopo essere arrivati eravamo tutti brilli e fumati.
Inaspettatamente stavo riuscendo a passare una serata tranquilla con gli altri, parlare con Iso-joe all'inizio era difficile per via del suo sorriso così contagioso che ogni volta era come una stilettata al cuore, ma mi ero abituata ed ero rassegnata a sopportarlo per il resto della mia vita.
Poi lui e il suo amico Lo sono venuti a chiederci per l'ennesima volta del fumo, Iso-joe era altrove che parlava con degli amici. Appena Lo si è allontanato Fabs è tornato a comportarsi come quella sera. Quella situazione mi irritava terribilmente, un po' perchè mi sembrava di essere una marionetta che lui stava usando per far soffrire Iso-joe, un po' perchè con i suoi modi gentili e le sue carezze sapevo che Fabs avrebbe fatto del male anche a me.
Questa volta, fortunatamente per me, non ero abbastanza ubriaca per cedere alle sue provocazioni e mi ero limitata ad un "lasciami stare" che mi era costato più di quanto mi aspettassi. In quel momento voltandomi avevo incontrato lo sguardo confuso dell'ultima persona che avrei voluto vedere. Iso-joe ci guardava mentre ci allontanavamo l'uno dall'altra. Per la prima volta Fabs mi sembrava in difficoltà, sarei stata compiaciuta di ciò se quella che ci aveva colto il flagrante non fosse stata la mia migliore amica. Ho deciso che per quella volta l'avrei salvato, soprattutto perchè anche io dovevo salvarmi o avrei perso per sempre la mia migliore amica.
Ho sfilato all'istante il pacchetto dalla borsa e ho finto che Fabs mi avesse chiesto una sigaretta per lo spino. Lui ha capito al volo e l'ha accettato con naturalezza. A quanto pareva Iso-joe se l'era bevuta e mentre io tornavo da Tina e loro andavano per la loro strada Fabs mi ha lanciato uno ultimo sguardo. Ho voluto interpretarlo come un ringraziamento per avergli salvato la faccia.
mercoledì 2 gennaio 2013
insonnia
La notte porta consiglio, per questo ero rimasta sveglia tutta la notte cercando di trovare una soluzione a quell'assurda situazione e devo dire che quelle dieci ore di sonno perdute non erano state completamente inutili.
Avevo deciso che quella storia andava chiusa prima dell'insorgere di eventuali problemi e che dovevo mettere le cose in chiaro con Fabs prima di rivedere Iso-joe, o non avrei davvero saputo come comportarmi con lei.
I pensieri sgorgavano interminabili richiamati dal mio i-pod in modalità casuale, seguiti da vari flashback più o meno nitidi di quella notte.
Io e le altre che festeggiavamo; io che ballavo con una delle tre gemelle; io Tafà e Tina che preparavamo i primi tre spini... ed eccolo, arrivava insieme ai suoi amici, mi strizzava l'occhio ed entrava, bretelle, cravatta, camicia scura nei pantaloni, sembrava il più normale dei ragazzi.
Poi tutto si è fatto più confuso, ed eccomi che bevevo con delle amiche delle medie, ridevo con Monica e Michela (due ragazze con cui non parlavo da anni) e magicamente mi ritrovavo tra le braccia di Fabs che con maestria si prendeva ciò che voleva.
Lui mi accarezzava, facendomi rabbrividire, mi scostava una ciocca di capelli finita davanti al viso, baciava ogni centimetro di pelle a sua disposizione, ed io vacillavo sempre di più.
Al momento di tornare a casa, prima di lasciarmi andare mi ha stretto tra le sue braccia, mi sono sentita contemporaneamente al settimo cielo e sotto terra, poi mi ha chiesto un "goodbye-kiss", per chiudere per sempre quella nostra strana non-storia.
Pensando che ormai il danno era fatto ho deciso di dimenticare tutto e, per la prima volta, l'ho baciato di mia iniziativa.
Ma adesso era tutto finito, o almeno doveva finire, per il bene di tutti.
Nelle dieci ore in cui avevo riflettuto mi ero davvero convinta che ce l'avrei fatta, che sarei riuscita a lasciarmi tutto alle spalle e a rivolgere parola a Iso-joe senza sentirmi morire.
Ero pronta, finalmente potevo camminare a testa alta, perchè tutto ciò che era successo era frutto di alcol, droghe e l'improvvisa mancanza di Iso-joe, ma non aveva significato nulla nè per me nè tantomeno per lui.
Alle dieci finalmente ho deciso di alzarmi e fumare la prima sigaretta del giorno. Con la cicca in mano ho acceso il portatile e sono entrata su facebook.
3 Messaggi di Fabs. Apri. Parole. Parole. Parole. "Non voglio dimenticare questa notte". "Ho ancora il tuo profumo sulla maglia, sulle dita, in mente...". " appoggiavi lo spino sulle labbra che poi..per un secondo mi hai concesso, solo mia per pochi secondi e mi sembri mia da un secolo"
La sigaretta è caduta e ha bruciato il tappeto, ore c'è un buco grande quanto una noce.
Avevo deciso che quella storia andava chiusa prima dell'insorgere di eventuali problemi e che dovevo mettere le cose in chiaro con Fabs prima di rivedere Iso-joe, o non avrei davvero saputo come comportarmi con lei.
I pensieri sgorgavano interminabili richiamati dal mio i-pod in modalità casuale, seguiti da vari flashback più o meno nitidi di quella notte.
Io e le altre che festeggiavamo; io che ballavo con una delle tre gemelle; io Tafà e Tina che preparavamo i primi tre spini... ed eccolo, arrivava insieme ai suoi amici, mi strizzava l'occhio ed entrava, bretelle, cravatta, camicia scura nei pantaloni, sembrava il più normale dei ragazzi.
Poi tutto si è fatto più confuso, ed eccomi che bevevo con delle amiche delle medie, ridevo con Monica e Michela (due ragazze con cui non parlavo da anni) e magicamente mi ritrovavo tra le braccia di Fabs che con maestria si prendeva ciò che voleva.
Lui mi accarezzava, facendomi rabbrividire, mi scostava una ciocca di capelli finita davanti al viso, baciava ogni centimetro di pelle a sua disposizione, ed io vacillavo sempre di più.
Al momento di tornare a casa, prima di lasciarmi andare mi ha stretto tra le sue braccia, mi sono sentita contemporaneamente al settimo cielo e sotto terra, poi mi ha chiesto un "goodbye-kiss", per chiudere per sempre quella nostra strana non-storia.
Pensando che ormai il danno era fatto ho deciso di dimenticare tutto e, per la prima volta, l'ho baciato di mia iniziativa.
Ma adesso era tutto finito, o almeno doveva finire, per il bene di tutti.
Nelle dieci ore in cui avevo riflettuto mi ero davvero convinta che ce l'avrei fatta, che sarei riuscita a lasciarmi tutto alle spalle e a rivolgere parola a Iso-joe senza sentirmi morire.
Ero pronta, finalmente potevo camminare a testa alta, perchè tutto ciò che era successo era frutto di alcol, droghe e l'improvvisa mancanza di Iso-joe, ma non aveva significato nulla nè per me nè tantomeno per lui.
Alle dieci finalmente ho deciso di alzarmi e fumare la prima sigaretta del giorno. Con la cicca in mano ho acceso il portatile e sono entrata su facebook.
3 Messaggi di Fabs. Apri. Parole. Parole. Parole. "Non voglio dimenticare questa notte". "Ho ancora il tuo profumo sulla maglia, sulle dita, in mente...". " appoggiavi lo spino sulle labbra che poi..per un secondo mi hai concesso, solo mia per pochi secondi e mi sembri mia da un secolo"
La sigaretta è caduta e ha bruciato il tappeto, ore c'è un buco grande quanto una noce.
martedì 1 gennaio 2013
Abdul, aiutami tu!
La mia autodistruzione è ufficialmente alle porte.
Il primo dell'anno è arrivato senza farsi attendere e - soprattutto - senza eliminare dalla mia memoria gli avvenimenti ad esso subito precedenti.
Ero arrivata alla conclusione che il trentun dicembre sarebbe stata una serata all'insegna del divertimento, che avrei passato con i miei amici di sempre con l'unico intento di distruggerci il più possibile. Ero anche decisamente ottimista e mi rallegravo del fatto che Fabs avrebbe partecipato ad un'altra festa in un'altra città.
Sfortunatamente i primi segni dell'impossibilità della mia teoria si notavano fin da quella mattina, quando avevo saputo che Iso-joe e Costi erano malate e non sarebbero venute.
Il mio umore ne aveva risentito, ma ciò non mi aveva impedito di raggiungere la piccola k, che quel giorno compiva finalmente sedici anni. Il tempo di vedere uno dei nostri interminabili film e si erano fatte già le sette e mezza.
Tornata a casa, mi preparavo a quella che - ne ero sicura - sarebbe stata una notte da ricordare.
Pantaloncini. Stivali. Calze a rete. Maglietta rubata al fratellino.
Dopo due sigarette fumate nell'attesa che gli altri raggiungessero il capannone dove si sarebbe svolta la festa eravamo entrati in gruppo, pronti alla nostra distruzione.
Avevamo ingranato la marcia "bevifinoascoppiare" e dopo la terza birra avevo intravisto un paio di bretelle che avrei potuto associare ad una sola persona tra tutti i corpi stipati in quel capannone: Fabs doveva aver cambiato destinazione, e la rotta per la nuova era in collisione con la mia.
Nelle mie più oscure fantasie avevo promesso ad Abdul (il mio dio personale) che se si fosse presentata una situazione del genere proprio nell'ultima notte dell'anno sarebbe stato l'istinto a guidarmi, ed ora non avevo idea di come poter uscire da quella situazione.
Fabs e i suoi amici non hanno perso tempo ad attaccare bottone, sembrava stessimo ripartendo dalla festa della squadra, lontana ormai due settimane.
All'inizio credevo davvero di riuscire a reggere la tensione, di tenere tutto sotto controllo, ma poi ad un drink ne seguiva un altro con altre persone, poi uno ancora e finito quello era l'ora dello spino.
Poi, non saprei spiegar in che modo, ci siamo ritrovati soli.
Non sapevo che fare.
Fabs, col suo tono gentile, mi riempiva di attenzioni, mi abbindolava ed io, pur cosciente di ciò, non riuscivo a resistergli.
Più lo respingevo, più mi ritrovavo tra le sue braccia.
Più gli ricordavo di Iso-joe, più le sue labbra mi sfioravano le guance, le orecchie, il collo...
Al termine di una lunga e suadente discussione eravamo arrivati alla logica conclusione che tutto ciò che stava accadendo o sarebbe accaduto non sarebbe stato altro che il risultato di un insieme di fattori verificatosi in modo totalmente casuale. In altre parole: qualsiasi cosa succeda, ciò che si fa a capodanno rimane a capodanno, una giustificazione che nelle nostre condizioni era sembrata a entrambi ragionevole.
E così avevamo dato inizio ad un numero infinito di carezze timide prima, più sicure poi, fruscii nelle orecchie, baci sul collo, fino ad arrivare al gran finale.
RIASSUNTO COMPLESSIVO DEL 01/01/13
Birre: 4
Cocktail: 5
Spini : 10
Ragazzi rubati a migliori amiche: 1
Baci a ragazzi rubati a migliori amiche : da 5 a 10
Come mi sento? una vera merda.
Iscriviti a:
Post (Atom)