Ciao, le cose sono un po' cambiate dall'ultima volta che mi sono fatta sentire.
A volte cambiare vuol dire degenerare, questo è di certo uno di quei casi.
Il mercoledì seguente, come da accordi, dopo cena Fabs era venuto a prendermi a casa.
Ero nel panico più totale, non sapevo come avrei dovuto comportarmi o cosa lui mi avrebbe detto e non avevo idea di cosa sarebbe successo.
Io ero in punizione per colpa di Tina, che il sabato precedente mi aveva assicurato che i miei occhi non erano affatto rossi e non era necessario mettere le gocce. Morale della favola: due settimane di punizione e Carnevale a casa.
Nonostante tutto mia madre mi aveva lasciata uscire (dopo essersi fatta pregare fin troppo).
Appena arrivata Fabs mi aveva offerto subito uno spino, moltiplicando all'infinito la possibilità che io rimanessi segregata in casa per i successivi 28 anni.
Tra un tiro e l'altro parlavamo, ogni tanto uno dei due si soffermava a guardare l'altro che di conseguenza perdeva il filo del discorso e doveva ricominciare da capo. Mezz'ora dopo non avevamo trovato una soluzione che ci scagionasse da quella situazione in bilico. Fabs mi diceva che non era riuscito a smettere di pensarmi ed io non sapevo cosa rispondere, se gli avessi detto che per me era lo stesso mi sarei scavata la fossa da sola e lui mi avrebbe usata come aveva fatto Rich. Dato che non aprivo bocca si era alzato e se ne sarebbe andato se non lo avessi fermato afferrandolo per il braccio. Poi tutto era stato velocissimo. Con uno scatto mi aveva attratto a sè e le mie labbra avevano incontrato le sue. Con mia enorme sorpresa mi ero ritrovata a ricambiare il suo bacio. Dopo esserci separati avevo notato che il suo corpo tremava violentemente e l'avevo abbracciato d'istinto.
Mai in tutta la vita mi ero sentita a mio agio come in quel momento tra le sue braccia.
Se da un lato ciò mi riempiva di gioia dall'altro sapevo che avevo raggiunto il punto di non ritorno e che se fosse successo qualcosa (cosa molto probabile ricordando i discorsi con Iso-joe) avrei sofferto le pene dell'inferno.
Tra un bacio e l'altro mi sussurrava all'orecchio tutto quello che gli passava per la testa, le sue labbra sfioravano le mie guance ed io andavo in estasi.
Alla fine ci eravamo salutati, consapevoli che quello non sarebbe stato l'ultimo, ma il primo di una serie di incontri "casuali" tra due persone che non avevano un futuro nè tantomeno un lieto fine insieme.
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