sabato 29 dicembre 2012

il danno

 "di notte leoni di giorno..." mai sono esistite al mondo parole più vere.
 Dopo una notte di concerti, cocktail e figuracce mi sono svegliata con un mal di testa invidiabile e lo stomaco in subbuglio.
 Il fatto che ricordi meno della metà della sera scorsa non significa che abbia dimenticato i miei ultimi mesi.
 Plistio non tornava a scuola, io ero sempre più confusa sui miei sentimenti per lui, Iso joe alternava periodi di amore eterno per Fabbi con altri di perdizione (e lui faceva lo stesso), Raluca aveva provato più volte a vedersi con Simon per avere una seconda chance, ma non aveva avuto successo (eppure sostiene ancora oggi che passerà il capodanno con lui), Tafà aveva ormai rinunciato a Di Carlo ed ora stava sentendo nuovamente Cocò e le crisi di Tina erano sempre più frequenti. L'unica ad aver migliorato la propria situazione era Costi, che dopo un ex che l'aveva lasciata al verde era tornata da March, una sua vecchia fiamma, ed ora sembrava stare meglio.
 Sono finalmente arrivata alla causa scatenante la nascita di questo blog e continuo a tentennare, persino di fronte ad uno schermo.
 Era la festa natalizia dell'associazione di pallacanestro sostenuta da mio padre e nella quale giocava mio fratello, quindi ero stata costretta ad andarci. Il fatto che dovessi fare come mi dicevano non significava che non potevo rendermi le cose più piacevoli, così ho chiesto a Tina di venire con me.
 Lì abbiamo incontrato La Ciù, un'amica delle medie, e abbiamo deciso di rendere quella noiosa festa a base di bambini più elettrizzante. 
 Dopo sei bottiglie di birra rubate dal frigorifero della società tutte e tre cominciavamo a dare i primi segni di cedimento. Se giravo la testa ogni cosa si muoveva insieme a me, Tina e La Ciù non la smettevano di ridere e mi rimanevano solo tre sigarette.
 Ci eravamo nascoste per questo siamo rimaste sorprese nel vedere un gruppo di figure che ci venivano incontro. Erano i ragazzi della squadra della società, di cui facevano parte mio fratello, Kike (un ragazzo di colore che di solito usciva con noi) e Fabs. Volevano che vendessimo loro da fumare e, dopo essere sicure di guadagnarci, avevamo deciso di accontentarli (non senza prendere da loro qualcosa per noi). 
 Mentre preparavamo la loro sigaretta magica ci intrattenevamo con loro, che non erano certo più lucidi di noi. Era incredibile come qualche birra riuscisse a snodare le lingue di tutti. Era così facile parlare, e Fabs era così gentile con me, mi si era seduto vicino e di tanto in tanto mi accarezzava le gambe o mi diceva qualcosa all'orecchio. Quando mi ha chiesto se ero impegnata ho cominciato a riaccendere il cervello: Fabs era lo storico ragazzo di Iso-joe, che stava facendo? Cosa mi prendeva? Perchè la sua mano che scorreva su e giù su di me mi faceva sentire così bene? 
 Ero arrivata alla conclusione che ero una persona orribile, ma che nelle mie condizioni, dopo sei birre e due spini, non avevo nè la forza nè la volontà di fare qualcosa per respingere Fabs. 
 Continuava ad abbracciarmi, sussurrarmi cose, scoprirsi gli addominali (ne aveva da vendere), prendermi le mani... finchè non ho ricevuto la miracolosa chiamata di mia madre che diceva che dovevamo tornare a casa. 
 Mi sono alzata in tutta fretta, promettendomi di ringraziare mia madre perchè mi stava salvando da me stessa e dalla mia autodistruzione. 
 Fabs mi ha preso il braccio, mi ha chiesto di restare con lui, saremmo tornati a piedi più tardi, la strada non era lunga, diceva. 
 Stavo per accettare, scavandomi la fossa da sola, quando la nitida immagine di Iso-joe in lacrime si fece largo nella mia testa.
 Un senso di ribrezzo verso me stessa mi invase mentre salutavo Fabs e pensavo a quanto avrei voluto restare con lui.

mercoledì 26 dicembre 2012

la mia pazienza

 Sopravvissuta alla fine del mondo, alla fine del trimestre ed ora anche al Natale, mi sento in grado di fare qualsiasi cosa.
 L'ultima volta ho lasciato il racconto in sospeso, e dato che lasciare le cose a metà mi ha sempre dato sui nervi (che si tratti di un impegno preso o di un monologo virtuale) riprenderò immediatamente da dove ho lasciato.
 Ero arrivata alla fine del periodo estivo, che poteva essere seguito solo da un evento: la scuola. 
 Terzo anno di liceo.
 Nuovi professori.
 Nuovi compagni.
 Nuove materie. 
 Dopo un inizio traumatico abbiamo accettato l'incapacità dei nuovi insegnanti e lentamente il clima è tornato quello che avevamo lasciato tre mesi prima.
 Tina era ripetente e frequentava un altro istituto, quindi non avevamo modo di vederla quanto prima.
 Essere uscite dalla sfera d'influenza teramana aveva giovato a tutte noi, che ora lentamente ci stavamo riprendendo.
 Io, dopo un periodo di pace interiore, ero ripiombata nel tunnel della disperazione per colpa di Plistio, miglior amico di Rich (la mia cotta triennale).
 Plistio non usciva di casa da un mese, aveva perso giorni preziosi a scuola e rischiava la sospensione per essersi intrufolato nella scuola durante l'occupazione (è fantastico come io mi invaghisca ogni volta in una persona più raccomandabile della precedente).
 Mi ero fatta coraggio ed ero andata a casa sua per cercare di aiutarlo e dirgli ciò che provavo, sperando che la cotta che aveva per me mesi prima non fosse del tutto dimenticata.
 Morale della favola? 
 Ci siamo ritrovati sul suo letto a filosofare con due spini in mano, mentre io cercavo di farmi coraggio e lui si chiedeva tra sè e sè cosa ci facessi in casa sua. Non ci sono più tornata.
 Non lo vedo da più di un mese ormai, la lontananza affievolisce il suo potere su di me e sul tremore che causa al mio corpo. Passerà.
 Mi sono abituata alle mie cotte passeggere, non do loro importanza perchè mi rendono meno lucida e, soprattutto, realista. Raramente sono rivolte a persone gentili o che mi rivolgono particolare attenzione, tanto che spesso penso di essere ridotta ancor peggio di Dante che a forza di masturbarsi leggendo la sua "Vita Nova" deve essere divenuto miope, se non cieco. 
 In caso di cotta improvvisa la mia pazienza è fondamentale, quindi pazientemente attendo che passi e arrivi la prossima.
 Mi consola il fatto che da ora sarà molto più facile far ciò grazie alla borsa dell'acqua calda elettrica che ho ricevuto a Natale e che da oggi in poi scalderà le mie notti.
 Detto questo, saluti.

Liz

lunedì 24 dicembre 2012

Io sono Liz

 Appena entrata nel mondo della comunicazione globale e senza uno straccio di visitatore, non potrei chiedere di meglio.
 L'apertura di questo blog segna una svolta nella mia carriera letteraria, potrei arrivare a vivere di questo un giorno (quello successivo la mia morte).
 Perchè aprirlo? Perchè proprio ora? Perchè non due o tre anni fa?
 La verità è che anche se non voglio ammetterlo la ragione che tanto cerco è ben impressa nella mia mente, ma per permettervi di capire (permettere a chi? nessuno sta leggendo queste quattro righe) devo cominciare dal principio, con un grande flashback che riporti tutto alle origini, come nei grandi libri che strappano sempre tutte quelle lacrime alle donne.
 Vivo in un paesino in collina, abbracciato dal mare e dalla montagna in due opposti frangenti, lo chiamerò Merano. Ad un piccolo paese corrispondono poche e semplici case in pietra e un ristretto numero di abitanti.
 Stesse facce, stessi amici, stessa vita.
 Sono al terzo anno di liceo scientifico a Villanova, paese marino a mezz'ora da casa mia e principale meta di svago per meranesi e altre minoranze.
 Proprio a Villanova è iniziato tutto, precisamente la scorsa estate quando io e le mie amiche abbiamo preso ad uscire con un gruppo di ragazzi provenienti da una città vicina e non proprio raccomandabili.
 Non che noi fossimo delle santarelline prima di conoscerli, alcol e droghe erano alla nostra mercè già da tempo, ma quei cinque, nei tre mesi nei quali siamo stati insieme, sono riusciti a rendere la nostra degenerazione completa.
 Iso-joe, la ragazza più importante della mia vita, era stata mollata dal suo ragazzo, Fabs, perchè in un momento di non esatta lucidità si era ritrovata con le labbra incollate a quelle di la Gru (Mark) ed era rimasta vittima di uno sfortunato giro di pettegolezzi.
 Costance, la nostra sorridente costi, si era ritrovata senza un soldo per colpa di David, con cui aveva avuto una storia estiva ed al quale aveva prestato dei soldi per pagare dei debiti (soldi che ancora oggi nessuno ha più visto).
 Raluca, logorroica e imprevedibile, aveva sabotato la sua relazione con un ragazzo più grande, Simone, perchè troppo monotona (lui era troppo perfetto, diceva, povera!) ed ora tentava inutilmente di riappacificarsi con lui.
 La timida e bellissima Tafà (la chiamiamo per cognome per comodità) era tornata sui suoi passi ed ora voleva che il suo ex si accorgesse di lei, anche se dopo che lo aveva mollato per un altro più carino dubitavamo che l'orgoglioso Di Carlo sarebbe tornato con lei.
 Ma il caso più grave tra noi era indubbiamente quello di Tina, la trascinatrice, che aveva preso a digiunare sistematicamente, mangiando qualcosa solo in fame chimica. Essendoci passata, me ne accorsi molto prima delle altre eppure la mia esperienza non servì a nulla, come avevo previsto.   
 Martina aveva sviluppato inoltre un gusto eccessivo per l'alcol, che ingoiava in enormi quantità, rovinandoci una ad una tutte le serate estive.
 Poi c'ero io, che dopo un anno ero ancora dietro la stessa inutile persona che mi aveva bellamente usata in una notte diversamente lucida. 
 Come potevamo risolvere una situazione così incredibilmente complicata?
 Non riuscivamo ad aiutarci a vicenda perchè ognuna era la prima ad aver bisogno di aiuto, ma dovevamo riuscire a trovare una scappatoia o nel giro di poco tempo saremmo state inghiottite da quel baratro che si era formato nel tempo di un'estate.
 Non mi sono ancora presentata, io sono Liz e questo blog non parla di me, ma di noi.