martedì 4 giugno 2013

il ritorno di liz.

 Sono ancora viva (fisicamente, almeno).
 In questi mesi non me la sono sentita di scrivere a causa delle svolte che la mia vita ha preso senza consultare mappe o chiedere indicazioni alla sottoscritta.
 Dopo quell'incontro io e Fabs (come previsto) ci eravamo visti altre volte, ed ogni incontro era una breve visita al paradiso. A San Valentino mi aveva regalato dei cioccolatini, i primi della mia infruttuosa vita; questo non mi aveva di certo aiutata nel mio tentativo di lasciarmi quella storia alle spalle...
 Le cose stavano andando bene, avevo delle amiche, la scuola procedeva senza intoppi e  un ragazzo che mi dava le attenzioni che mi erano state negate in passato. 
 Mi correggo: tutto andava FIN TROPPO BENE. 
 A tal punto che mi ero quasi convinta fosse anche giusto così, in fondo anche io meritavo un po' di felicità dopo tanti travagli.
 Sciocca.
 Illusa.
 TRADITRICE.
 Dentro di me sapevo che non poteva durare, che prima o poi avrei dovuto dire a Joe la verità o sarei stata scoperta. 
 Sfortunatamente la seconda opzione si realizzò prima che potessi anche solo pensare di mettere in atto la prima.
 Il 26 febbraio, dopo un concerto-sfascio di gruppo, io Costi e Joe eravamo uscite insieme. La notte prima Fabs mi aveva mandato un messaggio con riferimenti piuttosto espliciti e il caso volle che Joe riuscisse a leggerlo mentre arricciavo uno spino. Le conseguenze si videro nei giorni seguenti. 
 Non mi ha più rivolto la parola (se non necessario).
 Inutile tentare di chiarire con lei, in quanto sua EX migliore amica chi meglio di me sapeva quanto poco volesse ascoltare ciò che avevo da dirle?
 Come mi sarei potuta giustificare? "scusa se il tuo fidanzato mi ha esplorato palato e tonsille con la lingua, scusa se mi è piaciuto, scusa se l'ho rivisto per più o meno un mese senza dirti nulla, l'ho fatto per te"
 Solo allora mi ero reso conto di quanto tutto ciò fosse assurdo e ingiustificabile. Avevo fatto una cazzata, una di quelle grosse, e ne avrei pagato le conseguenze. 
 Rumi, Costi e Tafi non mi avevano abbandonato, tuttavia i guai non arrivano mai soli e nel giro di un mese avevamo detto addio anche a Tina, che dopo l'ennesima performance (tutta la sera davanti al bancone, il tempo di vomitare e poi di nuovo subito a bere - lasciando me e Mizzo senza parole - concludendo con un tentativo di abbordaggio del ragazzo di Tafi) si era guadagnata il disprezzo di tutte.
 Avevo pensato a lungo a cosa fare con Tina. All'inizio avevo deciso di darle l'ennesima seconda possibilità (quella che a me era stata negata da Iso-joe), poi però avevo riflettuto con attenzione concludendo che avendo lei avuto un'infinità di tentativi per rimettere la testa a posto il suo comportamento nei miei confronti era stata una vera e propria mancanza di rispetto e di conseguenza non meritava il mio perdono più di quelli delle altre.
 E così nel giro di due mesi il solido gruppo di sei grandi e sfatte amiche si era ridotto ad un quartetto di ragazze provate dai vari dolori ma pur sempre compatte. 
 Non subito, avevo deciso di troncare con Fabs.
 Avevo smesso di rispondere a messaggi e mail e, dopo settimane di tentativi, sembrava si fosse arreso.
 Dapprima avevo sofferto, ma col tempo mi ero abituata alla sua assenza, al freddo dal quale le sue braccia mi riparavano, ai suoi sguardi che, silenziosi, mi ispezionavano da lontano in cerca di qualche segno di cedimento.
 Mi ero abituata ad essere di nuovo sola, ma questo non voleva dire che non mi mancasse o che non fremessi ogni qual volta i nostri occhi si incrociavano per i corridoi di scuola.
 La situazione era inoltre complicata dal fatto che dovessi nascondere le mie sensazioni all'inquisitoria Joe che, anche se ormai distante da me, frequentava ancora la stessa classe e prendeva lo stesso pullman della sottoscritta e di Fabs.
 Quando, dopo un mese, sembravo aver trovato un nuovo equilibrio, un sabato sera, dopo una serata tranquilla e alcolica, tornata a casa avevo trovato una mail ad attendermi.
 "ti prego."